AGGIORNAMENTO DEL 14/04/2022
REGISTRAZIONE “LEZIONI D’EUROPA 14/04/2022”
Programma dell’evento:
10:00 – Accoglienza
Claudia Salvi, Coordinatrice Centro Europe Direct Roma Innovazione, Formez PA
10:10 – Introduzione della lezione
Daniele Pasquinucci, Università di Siena
10:20 – Intervengono:
Joanna Sondel-Cedarmas, Università Jagiellonski, Cracovia
Massimo Congiu, Osservatorio mitteleuropeo
11:15 – 11:30 – Domande e chiusura lavori
Termine iscrizioni:
Mercoledì 13 Aprile 2022 ore 23:00
ISCRIVITI
L’articolo 2 del Trattato di Lisbona stabilisce che l’Unione europea si fonda sul rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. La loro violazione da parte di uno Stato membro può essere sanzionata, a norma dell’articolo 7, dalle istituzioni europee. La possibilità di usare strumenti aventi forza cogente a tutela dello stato di diritto, e quindi del pluralismo, della non discriminazione, della tolleranza, della giustizia, della solidarietà e della parità tra donne e uomini, ha permesso all’Unione europea di intervenire nei confronti di due suoi Stati membri, la Polonia e l’Ungheria, retti da regimi sovranisti ed euroscettici entrati in collisione con Bruxelles. Alla fine del 2021 erano attive quasi 200 procedure di infrazione contro il governo di Varsavia, ventuno delle quali riguardavano la giustizia e lo stato di diritto. Un capitolo particolarmente delicato è costituito dalla riforma del sistema giudiziario polacco, che – secondo molti studiosi e analisti – compromette l’indipendenza dei tribunali e della magistratura di quel paese. Nel dicembre del 2021 la Commissione europea ha annunciato l’apertura di una nuova procedura di infrazione contro due sentenze emesse dalla Corte costituzionale polacca, che in sintesi stabiliscono che Varsavia non sarà più tenuta a riconoscere la supremazia delle leggi europee. Anche l’Ungheria di Orban, dove si assiste a un restringimento delle libertà civili e politiche, è un partner sempre più problematico per l’Unione europea. Un recente motivo di conflitto è la legge anti-Lgbt che, tra l’altro, proibisce rappresentazioni e contenuti sull’orientamento sessuale ai minori. Giustificata dal governo di Budapest con la volontà di proteggere i bambini, quel provvedimento ha in realtà contenuti discriminatori incompatibili con i valori dell’UE. Anche alcuni governi, come quelli olandese e portoghese, hanno protestato, affermando che “non c’è posto per questa Ungheria in Europa”. I difficili rapporti tra l’Unione europea, da un lato, e i governi sovranisti di Polonia e Ungheria, dall’altro, saranno l’oggetto di questo appuntamento di “Lezioni d’Europa”.